#12 - I materiali della cosa

Nella realizzazione del carretto, secondo le diverse esigenze e del materiale che doveva caricare, si adoperano il carradore o il birocciaio. Una nuova categoria di lavoratori, una sorta di falegname artigiano. Nella realizzazione di un carretto siciliano, la scelta del legno fa da padrona. Il legno infatti, secondo la tipologia di carro, deve essere adeguato a ciascuna parte che lo compone. Perlopiù si utilizza: il noce per la corona e il mozzo della ruota, le sponde e i travetti; il frassino per i pioli; il faggio per le mensole e per le stanghe; l’abete per tutto il resto.

Lavorazione ruota
Oltre che il legno, nel carretto ci sono anche pezzi in ferro, infatti all'inizio non serviva solo un falegname per la sua costruzione, ma anche un firraru (fabbro) per i componenti in ferro e un carradore per l'unione delle molteplici parti. 


Intaglio del legno della ruota


Inizialmente si trattava di carretti semplici, realizzati con tinte uniche ed essenziali e con ampie ruote al fine di superare i terreni scoscesi e tortuosi. Successivamente iniziarono a diffondersi varie tipologie di dipinti sulla parte esterna dei carri, essi avevano non solo la funzione di abbellire il mezzo ma fungevano anche da elemento impermeabilizzante contro il logorio del legno. Inoltre i dipinti religiosi avevano anche una funzione protettiva contro le influenze protettive.

In una pagina del suo libro "Viaggio in Sicilia", Guy de Maupassant, scrive così riguardo i carretti siciliani: "Vedo dei carretti, piccole scatole quadrate, appollaiate molto in alto su ruote gialle, sono decorati con pitture semplici e curiose, che presentano fatti storici, avventure di ogni tipo, incontri di sovrani…Persino i raggi delle ruote sono decorati…Il cavallo che li trascina porta un pennacchio sulla testa e un altro a metà della schiena…Quei veicoli dipinti, buffi e diversi tra loro, percorrono le strade, attirano l’occhio e la mente e vanno come dei rebus che viene sempre la voglia di risolvere".

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