#33 - La sintesi finale


Come tutto, anche le cose belle hanno un termine. Ebbene sì eccoci giunti all'ultimo post di questo lungo e interessante viaggio siciliano. Ripercorriamolo brevemente insieme.
Vi ricordate da dove siamo partiti? Da Avola, un paesino sulla costa orientale, che abbiamo imparato a conoscere, analizzandola non solo dal punto di vista tradizionale ma anche da quello culturale e intellettuale. Ho scelto questo luogo perché qui sono le mie origini, qui sono cresciuto imparando ad apprezzare la quotidianità e qui ho lasciato parte del mio cuore quando mi sono trasferito a Torino.
A volte, quando mi trovo da solo nella mia stanza, guardando alcuni oggetti della mia terra, la nostalgia mi riporta alla mia infanzia e alla mia adolescenza. Ricordo le cene in famiglia, i racconti dei nonni e le loro frasi dialettali.


Scuola elementare "E. De Amicis", Avola
Tra i vari oggetti che custodisco con cura qui a Torino, non può mancare uno dei principali simboli siciliani, nonché protagonista del blog: il carretto siciliano

A differenza mia che posseggo semplicemente un piccolo souvenir, mio nonno ne custodisce uno di reali dimensioni con cura nel proprio garage. Questo carretto mi ha incuriosito fin da piccolo e, con le numerose ricerche fatte per questo blog, ho finalmente approfondito la sua conoscenza. Ho scoperto che, nonostante sia nato come puro mezzo di trasporto, come testimoniano i nomi con cui è conosciuto, oggi fa parte di molti ambiti. Lo troviamo un po' dappertutto, dalla cucina ai fumetti, passando pure per la letteratura, dove molti scrittori siciliani e non gli hanno dedicato alcuni versi, attratti dai suoi colori e dai suoi disegni. Forse sono proprio questi i motivi che hanno ispirato alcuni pittori a rappresentarlo nei loro quadri; c'è chi addirittura lo ha raffigurato in più di una sola opera, come il pittore Francesco Lojacono! Il carretto siciliano è però presente anche in altre forme d'arte, quali la musica e in diverse scene di film tipicamente ambientate in Sicilia.

Da buon aspirante ingegnere, fin da piccolo curiosavo spesso in quel garage. Notavo di volta in volta nuove parti e mi attraevano tutti quei pezzi in legno e ferro che, dopo aver assunto le varie forme, davano vita a una struttura apparentemente complessa agli occhi di un bambino. Riflettevo con ammirazione su coloro che, originariamente lo avevano ideato ma anche su chi lo aveva costruito e finalmente, dopo questo blog, conosco le loro figure. Adesso che ho appreso le tecniche che portano alla realizzazione di questo fantastico oggetto, posso affermare che ne sono attratto ancora di più. Per far conoscere al meglio questa "arte in movimento", diverse famiglie hanno dato vita a mostre e musei in cui poter ammirare le varie tipologie. E chissà se un giorno quel garage potrà mai diventare un museo e magari con la nuova tecnologia realizzare ciò che abbiamo scritto in una sua futura evoluzione.

Durante questo viaggio abbiamo scoperto i modi di dire e i proverbi legati al carretto siciliano, ma anche le parole ad esso associate attraverso la nuvola dei nomi. Non abbiamo quindi solo affrontato la parte meccanica della cosa, ma tramite le nostre ricerche abbiamo individuato numerose curiosità, come i legami con la smorfia napoletana e i francobolli. Questo blog si conclude infine con un post che collega il carretto siciliano a delle azioni connesse e con un abbecedario, collegato in parte alla mappa concettuale precedentemente affrontata, grazie al quale abbiamo scoperto nuove personalità legate al nostro protagonista.

Ritengo necessario fare un ultimo ringraziamento al carretto siciliano stesso. Indossa ogni giorno le più svariate vesti, protagonista in più settori. Trovo affascinante come un oggetto che da bambino mi appassionava, possa nascondere tutte queste nozioni e curiosità e chissà quanto ancora ci sarebbe da scoprire. Nonno, ti prometto che dovunque tu sarai, proteggerò con la tua stessa meticolosità quel carretto che tanto hai amato!






















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